31.7.12

Il Qigong più adatto alla pratica del Tai Ji Quan\1

Fortunatamente, ormai pochissimi presumono di potersi dedicare all' insegnamento del Tai Ji Quan senza includere un lavoro di base che comprenda una qualche forma di Qi Gong per mezzo della quale preparare il corpo dello studente e iniziare a "riattivarlo" dal punto di vista energetico.
Nonostante questo fatto indubbiamente positivo, sono convinto che nella maggior parte dei casi vengano fatti praticare dei metodi i quali, per quanto utili e senza dubbio importantissimi per uno sviluppo davvero globale del praticante, nel caso specifico della preparazione al Tai Ji Quan non si presentano certo come la scelta migliore e, anzi, spesso possono rivelarsi delle autentiche perdite di tempo . Questo dipende dal fatto che la maggior parte degli insegnanti in circolazione (compatibilmente con la degenerazione ormai irreversibile della percezione stessa del Tai Ji Quan) , si è formata su delle metodiche volutamente generiche, ricavate per lo più nell'ambito della cosiddetta scuola "medica"del Qi Gong e quindi deputate in primo luogo al mantenimento della salute e alla prevenzione della malattie piuttosto che alla preparazione di un combattente. Ovviamente, l'introduzione di siffatti i metodi  sarebbe tutto tranne un male, in sé, e potrebbe davvero aiutare moltissimo gli studenti, in particolar modo coloro, e non sono mai la minoranza,in una classe, i quali presentano più o meno gravi problemi fisici o evidenti blocchi energetici, però non aggiunge granché alla pratica del Tai Ji Quan in quanto tale. Il Tai Ji Quan,va ribadito, pur tralasciando per un momento il pressoché infinito numero di contesti nei quali sia possibile introdurlo e\o integrarlo, rimane un  Quan Fa, un metodo di combattimento, e come tale per essere praticato a dovere necessita di  una serie ben precisa di requisiti fisici, psicologici ed energetici  culminanti  nel Nei Jin, che devono essere coltivati attraverso un lavoro assolutamente specifico e mirato. Il Nei Gong,inteso come percorso graduale di presa di coscienza e di ripristino delle varie "forze",rappresenta al meglio questo tipo di lavoro specifico e mirato, sviluppando quasi impercettibilmente proprio quei requisiti di cui  si parlava sopra, e trasformando a poco a poco il praticante. I tendini,i legamenti, il sistema delle fasce...tutto viene isolato, sistemato e infine coordinato al resto, riportando le cose a ciò che erano prima eppure diverse da prima.
Ma questa "diversità"non consiste certo nell'acquisizione di qualcosa che prima non c'era, quanto nel ripristino delle potenzialità insite nella struttura fisica,energetica o nel processo mentale volta per volta esaminato, che viene perciò mondato dall'impurità accomulate dal tempo,dagli errori e dalla decadenza. E' una sorta di ri-generazione a tutti i livelli, a partire dalle quale è possibile iniziare la vera Pratica( in cui la potenzialità diviene atto), e non un suo scimmiottamento inefficace e francamente volgare.
Ma in che modo si struttura, questa ri-generazione attraverso il Nei Gong?

continua...

Caduta

L'Uomo ha sempre percepito, per quanto in maniera assolutamente difforme a seconda delle epoche e delle varie culture, un acuto e dolente senso di nostalgia per un'antica perfezione irrimediabilmente perduta, quando era simile agli Dei e tutto ciò che esiste pareva creato apposta per lui. Paradiso, Età dell'Oro, regno di Saturno...sono tutte metafore che indicano questa condizione di totale armonia con il Kosmos dalla quale ci si è trovati bruscamente separati, probabilmente fino alla fine del Ciclo Cosmico, ovvero del Tempo com'è in grado di raffigurarselo la mente umana. E questa brusca separazione, a sua volta, prende varie sembianze a seconda delle tradizioni di cui ci è rimasta eco: in Occidente, la si percepisce per lo più come una Caduta, causata dall'insipienza umana, come nel racconto biblico, oppure, come volevano i greci, dall'invidia (phtonos) divina, preoccupata per l'eccessivo potere dell'uomo "perfetto". In entrambi i casi, si tratta di un fatto che letteralmente strappa l'uomo dalla sua condizione semidivina e lo scaglia nel Kosmos di cui fatica a comprendere le Leggi e ad armonizzarvisi, ridotto alla miserabile condizione di esule "mangiatore di pane" (brotos), costretto per sopravvivere alla maledizione del lavoro e della sofferenza. In Oriente, la percezione della Caduta è altrettanto forte, però la si è concepita più come un progressivo "materializzarsi" della condizione umana, in cui l'uomo diventa sempre più cosa, sempre più simile alla materia bruta e inerte. Per inciso, è da notarsi come questo avvenga non tanto per una"semplificazione" della natura dell'uomo, quanto per una vera e propria sclerosi. Si tratta di una spirale discendente: man mano che procede nella Caduta, la natura umana diventa a poco a poco come la chiglia d'una vecchia nave, tutta incrostata di cirripedi, e, degradandosi,  rimane soffocata dalla fanghiglia della bassa materialità, diventando sempre più schiava delle Leggi cosmiche cui dovrebbe,per essere degnamente al suo posto, armonizzarsi, e che invece le suonano sempre più estranee e incomprensibili. Infatti, man mano che l'uomo perde la piena coscienza di sè,questo "ispessimento" procede, aumentando in maniera esponenziale i punti di riferimento esterni all'uomo in quanto tale. Nascono così sia la religione dogmatica che stupra l'anima sia la tecnocrazia che stupra la terra, mentre l'uomo, per quanto si senta protervamente potente, è sempre più debole e decaduto, nonchè eterodiretto dal burattinaio di turno.
La caduta è questo, la perdita del senso del Limite sia in eccesso che in difetto, nonchè l'esser sballottati senza requie tra l'uno e l'altro opposto, inseguendo fantasmi ma perdendo nello stesso istante il terreno sotto i piedi.
Credo, come spesso ho detto e continuerò a fare,che l'unico antidoto sia iniziare  a camminare a ritroso, spogliandosi a poco a poco, fino a ritrovare la Maestà Tremenda propria dell' Essere Nudo,il Vijñana Bhairava. Nudo, sì, ma privo della vergogna dei progenitori che si videro costreti ad aggiungere altro da sè sotto forma di foglie, che più che coprire iniziarono a velare, precipitando nel baratro del denso e dell'ottuso.

20.7.12

Orientarsi a Pennabilli (RN)




Domani pomeriggio sarò presente anch'io, con una lezione sugli esercizi di Nei Gong per sviluppare la forza dell'asse centrale (Zhongding Jin) e una di introduzione allo Xin Yi Liu He Quan. Non mancate!