30.3.10

Il Tai Ji Quan è "terapeutico"?

Sicuramente, il motivo più importante alla base della diffusione planetaria del Tai Ji Quan è che lo si è presentato,più o meno in buona fede, come una pratica di natura essenzialmente"terapeutica".Cosa di per sè non del tutto falsa, dato che, almeno da quando si è iniziato a conoscerli e studiarli al di fuori delle cerchie "storiche"in cui erano stati pensati e codificati, i vari stili di Gong Fu (e il Tai Ji Quan in particolare) sono stati praticati anche per  mantenersi in salute e sentirsi meglio,come una sorta di fitness ante litteram. C'è pure una vastissima casistica, comprendente tutta una serie di  studi recenti e rigorosamente controllati in ambito ospedaliero (almeno nella RPC , in Giappone e negli Stati Uniti), in cui viene mostrata l'efficacia del Tai Ji Quan nella prevenzione e, come coadiuvante, nel trattamento di svariati problemi di salute, anche relativamente gravi. In particolar modo, si è visto che comporta notevoli miglioramenti in pazienti con problemi cronici, di tipo respiratorio e\o cardiaco, nelle artriti e, soprattutto, nelle riabilitazioni post traumatiche o post operatorie. Tuttavia, secondo me, questi dati, per quanto possano essere interessanti, sia per corrroborare la comprensione e l'apprezzamento della "razionalità" intrinseca del metodo,sia per il fatto che possano attirare potenziali iscritti non direttamente coinvolti da percorsi marziali piuttosto che spirituali, rischiano di falsare profondamente la percezione corretta del Tai Ji Quan,della sua natura e delle sue finalità . Anzi,credo che continuare a pensarlo in primo luogo sotto questo punto di vista "terapeutico" sia il modo migliore per  perderne di vista non soltanto le potenziali, e pressochè infinite, applicazioni, ma anche e soprattutto,l'essenza.
Confondere una fiera Tradizione Marziale,profondamente inscritta in una precisa cornice metafisica e religiosa, con una sorta di "ginnastica dolce" per anziani,cardiopatici e asmatici non è soltanto avvilente, è ingiusto.
Il Tai Ji Quan si propone, come già ho detto,di rigenerare l'Uomo mediante l'adeguarsi alla Regola Celeste,al Tao,in modo da renderlo Completo.Un Guerriero e un Saggio,per non dire un Santo (almeno nel senso taoista del termine).E lo fa "coltivandone" e perfezionandone (alchemicamente) le componenti fisica, mentale ed energetico\emotiva. Per fare questo, è necessario che tutto l'individuo psico-fisico sia in buona salute, e per questo sono stati studiati metodi propedeutici in grado di "risistemare"o meglio"rieducare" i principianti.Quindi, a ben vedere,il generico ben-essere e il miglioramento di acciacchi e disturbi vari,altro non è che un gradito sottoprodotto:non è, e non potrebbe certo essere, il fine autentico della pratica, per quanto,ribadisco, possa essere un buon modo per avvicinarvisi. Anche perchè,onestamente,si tratta di una disciplina ardua,complessa, che per essere compresa appieno necessita di anni di pratica costante e,cosa che non piace affatto ai soliti cercatori di "spiritualità" esotiche a buon mercato, quotidiana e inflessibile.

23.3.10

Fruibilità

Diverse volte mi è capitato di ribadire, per iscritto o a voce, che il Tai Ji Quan può essere studiato e praticato con profitto anche da coloro che non perseguono scopi apertamente "marziali", e magari si limitano a cercare un buon metodo per far esercizio e sentirsi meglio nel corpo e nello spirito,oppure vogliono migliorare le proprie abilità in altre Arti come la danza,la recitazione etc. Cosa del tutto legittima, tant'è che da sempre questo è stato uno degli aspetti fondamentali della pratica di questo e di altri sistemi,ed è cosa da ribadire e diffondere il più possibile, considerando i benefici che se ne possono ricavare.
Tuttavia,è necessario un chiarimento: bisogna tenere sempre ben presente la vera natura del Tai Ji Quan,quali che siano i campi a cui lo si voglia applicare. Il fatto che il Tai Ji Quan ci insegni il modo più sensato(ed efficace) di muovere il nostro corpo non deve far dimenticare che il suo scopo primario è l'incremento della capacità combattiva, in tutte le sue possibili sfumature di significato...

20.3.10

Quan

Rileggendo dopo diversi anni il libro di Catherine Despeux ("Taijiquan - Arte Marziale, tecnica di lunga vita", edito in Italia dalle edizioni Mediterranee), mi sono imbattuto in un passaggio molto interessante che, ad una prima lettura, mi era passato del tutto inosservato.


Cito testualmente:




"Il termine quan indica soprattutto la forza, il coraggio. Indica in primo luogo la mano, secondo lo Shuowen, primo dizionario etimologico che risale al primo secolo. L'ideogramma quan "pugno" va accostato all'ideogramma omofono quan che significa pesare, valutare, e che era a sua volta l'equivalente di un altro omofono quan, definito dallo Shouwen "la potenza, la posizione del soffio"dando l'idea d'una potenza raccolta e contenuta. [...]La parola quan (pugno) implica dunque l'idea di dominio e di potenza, ma anche quella di misura, di valutazione."




Poi, anche M.me Despeux cita, ma dal Taiji Quan Tushuo di Chen Pinsan (1849-1929) :




"il termine quan (pugno) significa valutare, perchè è con il pugno che si pesa la leggerezza o la pesantezza delle cose. I principi del Taiji Quan hanno senza dubbio le loro radici nel concetto del Taiji, ma il loro uso è inseparabile dai due pugni. Tutto il corpo umano, dall'alto al basso,è un Taiji; tutto il corpo umano, dall'alto al basso,è un quan. Non bisogna dunque vedere nel termine quan unicamente il significato di pugno.".

L'Arte Interna, quindi, implica un vero e proprio processo di acquisizione, di in-corporazione del concetto del Taiji che deve essere come scolpito nella carne, la quale, a sua volta, ne deve uscire trasformata e vivificata. E' necessario, per operare questa Trasformazione, riuscire ad attingere alla natura profonda del Taiji quale immagine archetipica del meccanismo che sta alla base della Realtà,e da questa costantemente rivelato nell'universalità dei fenomeni, vale a dire il principio di polarità.

Detto in altri termini, la natura profonda della Realtà, con le sue leggi e regole che ne garantiscono la sussistenza, quindi il suo essere fondamentalmente Ananke (Necessità)e " non-poter-essere-diversa-da quella-che è", si mostra, nell'uomo come negli altri esseri, anche e soprattutto attraverso il corpo\interfaccia fisica, le cui caratteristiche sono intrinsecamente necessarie in quanto esito del compromesso della materia vivente con l'ambiente e con le stesse leggi che regolano la manifestazione materiale .

Il che vuol dire,infine, che la pratica autentica del Tai Ji Quan (ma il discorso vale, seppur con alcune differenze, anche per le altre Arti Interne) può essere considerata, da un lato, una Manifestazione della Realtà attraverso il Corpo ma anche, allo stesso tempo, la sua Rivelazione entro il corpo del praticante stesso. Il quale, recitando correttamente la propria parte,comprende e testimonia la Natura profonda del Kosmos.

Il "movimento naturale" - parte prima

Che cos'è il “movimento naturale”? La domanda può forse suonare  strana: in natura, tutto ciò che vive si muove,in un modo o nell'altro, esseri umani compresi.Anzi, da sempre l'essere "animato"e quindi vivo coincide in pratica con l'idea del movimento. Tuttavia,anche una rapida occhiata ci rivela che la maggior parte delle persone si muove in maniera abitualmente sgraziata,rigida e con un utilizzo scorretto (ossia esagerato in eccesso o in difetto) della forza. E' come se si fossero perse la grazia spontanea ed armoniosa che troviamo negli altri animali, la loro efficienza che,alla fine, è pura eleganza. E questo, come ben si sa, è per buona parte l'esito infausto di un processo dalle radici molto antiche, che vede l'animale-uomo indebolirsi ed estraniarsi sempre di più dalla Natura grazie all'effetto combinato di una plurisecolare incomprensione e , di conseguenza,repressione della vitalità profonda del corpo e, recentemente, di un assai male interpretato (e vissuto) “progresso” delle condizioni di vita. Questacomporta, tra le altre cose,una sensazione comune ad un sempre maggior numero persone:infatti, quanti di noi si sentono sempre stanchi, deboli o insoddisfatti ? Quanti non riescono mai a sentirsi veramente"bene"loro stesso corpo?
Un corpo che, al massimo, viene vissuto dai più come un qualcosa da “scolpire” giusto per poterlo mostrare agli altri, cercando disperatamente di suscitare desiderio e ammirazione negli altri membri del branco.
Oppure, il corpo viene trattato come uno strumento da sfruttare fino all'esaurimento in attività sportive molto spesso sconsiderate e dannose.
Tutto questo non aiuta di certo le persone a vivere bene, e può diventare causa di tanti piccoli e grandi problemi,che subdolamente si insinuano,inavvertiti fino a che non è ormai tardi, non solo nel fisico o nelle mente,ma anche nello stesso cuore delle persone.
Di come la società contemporanea sia corresponsabile di tutto questo,facendo tesoro e superando ampiamente l'esperienza dei vari sistemi di condizionamento ereditati dal passato, e di quanto vantaggio riesca a trarne, mi riservo di parlarne altrove.
Ora,invece, cercherò di mostrare come i Metodi tradizionali possano aiutare ad invertire questo processo, cercando di rimettere l'Uomo al centro, partendo proprio dal suo corpo.