22.11.10

altro video del M° Xu

Absit Iniuria verbis : Cosa vuol dire "Guerriero"? parte 1

In questi ultimi tempi si è diffusa,e anche troppo,almeno secondo l'umile parere di chi scrive, la discutibile abitudine di (auto)definirsi "guerrieri" da parte di tutta una serie di persone che di guerriero ben poco hanno,sia nel corpo, sia nello spirito. Per quanto per questo vada ringraziato in particolar modo un certo scrittore brasiliano, del quale, lo ammetto senza remore, non son stato capace di leggere più di due righe in fila a causa dell'orticaria suscitatami dal suo stile,ci troviamo di fronte all'ennesimo risbucare della mala pianta della New Age e dei suoi alfieri. Costoro, non paghi d'aver creato un'enorme confusione (e conseguente discredito) sul concetto di trasformazione interiore e di evoluzione personale, nonché sulle varie pratiche antiche e moderne ad essa rivolte,hanno ben pensato, nella competitiva cornice del mondo attuale, di far leva in primo luogo sulla dabbenaggine e poi sul genuino desiderio di spiritualità delle persone per proporre un modello apparentemente più semplice da applicare(e vendere) alla gente comune,ossia quello,appunto, del guerriero. Infatti,nel momento attuale è sempre meno proponibile il modello vagamente monastico, o comunque ascetico tipico della grande diffusione della New Age negli anni '70 del secolo scorso,e si è deciso, saggiamente,di virare in direzione di qualcosa in grado, tra le altre cose, di incanalare la rabbia ed il malessere diffusi, senza però minare, neanche dal punto di vista ideologico,il sistema vigente e le sue regole. Così, ci si può trovare con una certa facilità di fronte all'impiegato, alla cassiera o alla casalinga in grado di trasformarsi a piacimento in altrettanti "guerrieri". Part time,s'intende, perchè usciti dal corso o dalla sessione di pratica si torna a casa come prima e con le stesse regole, magari lievemente compatiti dalla moglie o dal marito non coinvolti in prima persona nel "percorso" dei "guerrieri". Ad un'occhiata limpida, non coinvolta, tutto questo potrebbe ispirare una certa tristezza e poco altro,forse un ghigno, però agli occhi di chi realmente e senza sconti ha scelto una condotta di vita davvero"guerresca",risulta fastidioso e,data l'ormai notevole diffusione del fenomeno,addirittura irritante.
Viene da chiedersi se la gente sappia cos'è implicato nella nozione di "guerriero", quale sia la sfera nella quale ci si dovrebbe muovere,una volta definitisi in quel modo. E quale sia il prezzo da pagare: quella del Guerriero,quello vero, non è una Via semplice,adatta ai ritagli di tempo o ai facili slogan. E' una scelta totalizzante, che richiede coerenza e coraggio,ed un mutamento radicale della propria concezione del mondo e della vita. Non so, in tutta sincerità, quanti dei cosiddetti "guerrieri" sarebbero disposti a tanto...

continua...

14.11.10

Garanzia

Sebbene a molti piaccia disquisire sui fantomatici "poteri" acquisibili una volta raggiunto un livello veramente alto nel Gongfu interno, ci si accorge che,in realtà, spesso non vengono padroneggiati nemmeno i livelli preliminari della pratica.
Si parla tanto  di utilizzare la forza dell'avversario, del combattere-senza combattere,per non parlare del non-utilizzo della forza fisica, senza rendersi conto che tutte queste cose,qualora esistano (o semplicemente coincidano con quel che si ritiene siano),erano ritenute la prova di un livello eccezionale persino in tempi in cui il più scarso tra i combattenti avrebbe fatto tranquillamente a pezzi una decina di sedicenti "esperti" dei giorni nostri,e non rappresentano certo le caratteristiche del praticante medio,specialmente dalle nostre parti.
Questo perché, tra le altre ragioni, si tratta di nozioni negative,ossia di un "fare a meno di..." e quindi la loro stessa natura implica il non impiego di qualcosa che si dovrebbe già possedere: infatti, non è possibile trascendere un livello che non si è raggiunto.Quindi, nel dettaglio, non si può fare a meno della forza se non si è già forti (e nel senso corretto),come pure non si può pensare di utilizzare la forza dell'avversario se non si è in grado di gestire la propria e, ancor di più, non è possibile riuscire a lavorare con profitto puntando direttamente a livello"sottile"(Soffio,Intenzione,etc) quando la struttura fisica è non adeguata o trascurata, perchè si rischia, come si sul dire, di costruirsi la casa sulla sabbia.
 Come dice spesso il M°George Xu,per combattere(e non prenderle) è necessario avere delle garanzie: nel nostro caso, ciò che ci garantisce è il Nei Jin, la Forza Interna. Senza il Nei Jin, tutto l'apparato tecnico e tattico (per non parlare dei famosi"poteri"...) delle Arti Marziali rischia di crollare miseramente, come, appunto, la già menzionata casa costruita sulla sabbia.Per  esempio,direi che è impensabile anche solo pensare di poter controllare la forza dell'avversario se manca la capacità di deformarsi elasticamente (Peng Jin) al momento del contatto,e quindi evitare sia di essere schiacciati sia di essere sbalzati via.
Del resto, non è possibile nemmeno permettersi di controllare "gentilmente" l'avversario,qualora non si sia in grado di danneggiarlo seriamente  a prescindere dalla tecnica che salta fuori al momento,perchè si corrono grossi rischi, dato che un aggressore non si fa certo scrupoli,nemmeno di fronte alla "gentilezza".
Quindi, in definitiva, pensare di poter far a meno d'un solido e ben funzionante Neijin non è soltanto controproducente e pericoloso in caso di aggressione, ma anche insensato, e si pone per questo ben lontano dalla saggezza (e dal buon senso) sui cui si fondano le Arti Interne.

12.11.10

Arcana artis

Da sempre, in tutte le tradizioni marziali si sente parlare di fantomatici "segreti" dalla cui conoscenza dipenderebbero, oltre ad un ingresso trionfale nell'Empireo dei combattenti,eccellenza ed imbattibilità.Segreti quanto mai elusivi che,neanche a dirlo, parrebbero starsene quasi sempre sul sottilissimo confine oltre il quale si stende il Maremagnum della speculazione astrusa o della fantasia più sfrenata, ma di cui nessuno si sognerebbe di dubitare,in quanto assolutamente,indubitabilmente reali. Reali perchè esistono davvero, anche se temo siano ben diversi dalle elucubrazioni dei baldi  ed assidui naviganti nell'oceano di cui sopra,visto che non si tratta affatto di "segreti", se non in base al principio che fa dell'essere in piena vista il migliore dei nascondigli. Detto in altri termini,chiunque vada aspettandosi arcane rivelazioni,rimane a dir poco sbigottito e forse deluso, quando ottiene da un (autentico) Maestro la spiegazione corretta di uno di questi "segreti"  : sentirsi sempre richiamare al buonsenso,alla logica o alla semplicità può essere quasi fatale,a persone simili. Citando per l'ennesima volta gli antichi alchimisti, il vero Segreto dell'Arte(e,quindi, di ogni arte) è "lavoro di donne e gioco di bambini",che opera per mezzo di una visione penetrante del Creato e delle Leggi che lo regolano,appunto, in quanto Cosmo, e non certo tramite misteriose rivelazioni che da questo Cosmo dovrebbero,chissà come,allontanarci e condurci "altrove". Siamo sempre lì: non è lecito "scappare",mai. La Realtà è il punto di partenza,e solo da essa è possibile, conoscendone le Leggi profonde, risalire e comprendere.

perché?

Tante cose,a questo mondo,forse troppe,  mi spingono ancora a chiedermi "perché ?".Sarà per mio limite personale, o per una delle tanto bizzarre quanto viscerali idiosincrasie dalle quali, nonostante tutto, continuo ad essere afflitto,il fatto è che certe cose proprio non riesco a capirle. O meglio, le capisco fin troppo bene, pur rimanendo ugualmente sconcertato ed infastidito dalla loro stessa esistenza.

Inner Dynamic- Standing motion


"Standing Motion"

Tratta dall'album "INNER DYNAMIC" del mio amico e allievo Francesco Maria Giorgini da Senigallia 

11.11.10

Inner Dynamic- The Castle



"The Castle"


Tratta dall'album "INNER DYNAMIC" del mio amico e allievo Francesco Maria Giorgini da Senigallia 

17.10.10

Cos'è Yin, cos'è Yang

Quando un termine che indica un concetto, tradizionale o meno, finisce sulla bocca di tutti, a poco a poco finisce per perdere prima forza (denotativa e suggestiva),poi chiarezza ed infine s'immiserisce in parolone fatalmente impiegato a vanvera.
Per citarne alcuni, penso a "Virtù", che da qualità propria del VIR, l'Uomo, si è vista ridurre a pruriginosa guardiana de " l' Onore" (altro celebre declassato...) di donne e donzelle di stirpe più o meno dabbene.Oppure, per rimanere nel pruriginoso, la Sublimazione, che da procedimento degli antichi seguaci d'Ermete è finita ad indicare un buon metodo,socialmente parlando, per indirizzare a più nobili vette l'esuberanza libidica di tanti bravi giovanotti e signorine.. 
Se questo è potuto avvenire di termini che possiamo rivendicare come"nostri"se non altro dal punto di vista della continuità linguistica e culturale,sarà fin troppo facile figurarsi il destino di termini che,pur indicando concetti a noi ben noti sotto altra forma,ci vengono da lontano.
Tra questi, il Ritmo cosmico dello Yin|Yang, come pure il simbolo grafico che lo illustra (Tai Ji Tu,volgarmente noto come "tao"),è uno di quelli maggiormente immiseriti. Senza contare il fraintendimento generale,che fa di una polarità un'opposizione, si sente non poche volte dire,a proposito di un determinato oggetto, che "è Yin" oppure "è Yang". Questo,data l'ancora scarsa diffusione dei termini Yin e Yang,avviene non tanto nel parlare comune quanto,ed in maniera ancor più sconfortante, proprio negli ambienti nei quali sarebbe naturale supporre un loro utilizzo corretto.Sembra quasi, anzi, che stia proprio lì ad annidarsi,quasi sempre in buona fede, un bisogno quasi disperato di rubricare nelle categorie da poco  acquisite qualsiasi oggetto,persona o tecnica.
Ci si trova di fronte ad un disperato tentativo di ancorare,o meglio ancora di significare convulsamente le cose per sottrarle al suolo infido della percezione abituale e imposta, che costantemente vorrebbe obbligarci a privare i fenomeni di ogni valore intrinseco,dissolvendoli in una nuvola fetida e appiccicosa fatta di quantificazione e valori socialmente condivisi...



16.10.10

Ventre

Se si osserva il ventre di un bambino,ancora abbastanza piccolo e fortunato da non esser stato  corrotto dalla gestualità condizionata dei"grandi" e dalla loro eccessiva rigidità (o mollezza) ,la prima cosa che balza agli occhi è la sua mancanza di costrizioni. Il ventre sporge appena, ma senza essere prominente, ed asseconda naturalmente la forza di gravità permettendo così il libero gioco del diaframma e del pavimento pelvico durante la respirazione.Ed è pure il punto da cui si originano tutti i movimenti del corpo,proprio come negli animali.
Anche il ventre dei cosiddetti "primitivi", spesso trattati ancora oggi con curiosità ottocentesca nei vari documentari in televisione,è così,libero di muoversi, espandersi e pulsare.
Guardando,invece, il tipo di ventre esibito dai pupazzi dell'industria dello spettacolo,nonchè da certi atleti di dubbio valore, si nota sempre come sia quasi sempre rigido e strozzato. Comunque immobile e,verrebbe da dire,"morto",perchè non partecipa al meccanismo della respirazione nè tantomeno a quello della generazione dei vari movimenti.
Si limita a starsene lì,pietrificato, ligio al vetusto e pernicioso "pancia in dentro,petto in fuori",ottimo per irregimentare soldati, ma non certo per preparare dei guerrieri... 


14.10.10

Tu Na Qi Gong

• Posizione naturale mani poggiate sul Qi Hai (Dan Tian inferiore),respirazione addominale
profonda
• Premere i palmi verso il basso
• Premere i palmi di fronte
• Ma Bu premere i palmi verso il basso e ai lati del corpo

Muso duro e bareta fracada

Non di rado capita, qualora si scelga quello dell'Arte Marziale come proprio, autentico cammino di vita,di andare incontro a delusioni, ripensamenti, battute d'arresto. A volte, pare quasi che mesi di duro lavoro vengano spazzati via nell' istante,spesso crudele, in cui ci s'accorge di come un errore,non conta se grave oppure insignificante,se ne sia rimasto lì, a serpeggiare indisturbato nonostante tutti i nostri sacrifici,l'impegno,la dedizione.Sono questi i momenti nei quali è più facile smarrirsi:basta lasciare incustodita, fosse solo per qualche istante, la porta aperta dallo scoramento, e subito ci si può trovar invasi da tutta una serie di psichismi "vampirici" che t'afferrano,e affondano piano piano  trascinandoti con loro. Viene quasi voglia di smettere, di cercare altrove...ecco afffacciarsi i mille dubbi di coloro che paiono misteriosamente destinati a perdersi, qualsiasi sia il campo in cui s'azzardino a cimentarsi,ripetendo per l'ennesima volta il medesimo copione.In realtà, queste persone scordano che tutte le Arti Marziali sono state concepite e sviluppate in primo luogo per rendere forti le persone.Forti nel corpo,sì, e nella mente, ma ancor più nel Cuore profondo, da dove sgorga proprio quella Forza che permette di andare avanti, sempre,inesorabilmente,nonostante le cadute, le ferite, le perdite. E di non perdere mai di vista, neppure per un istante, il punto più lontano che, in quel preciso momento, riusciamo a scorgere.

Dieci caratteristiche del Taijiquan stile Chen

1.Versatilità nel movimento

2.Utilizzo della torsione della vita e della Forza a Spirale (Chan si Jin)

3. Colpire in modo continuo

4.Far partire la forza dalle anche

5.Il corpo deve essere come una sfera

6. Scuotere il corpo (Dou jin)

7.Cambiamenti improvvisi di ritmo

8.Emissione della Forza Interna (Fa Jin)

9.Scioltezza e morbidezza

10.Essere come una molla

13.10.10

Automassaggio - Sequenza standard

Tecniche di automassaggio
• Strofinare le mani x9
• Strofinare fronte e emento
• Massaggiare il viso
• Sfregare la testa
• Strofinare le orecchie
• Tirare le orecchie
• Premere le orecchie con il Laogong
• Picchiettare lo Yuzhen
• Spazzolarsi la testa
• Picchiettare la testa
• Strofinarsi la gola
• Premere circolarmente il punto Tiantu
• Strofinare in senso orario lo Zhongwan
• Strofinare in senso orario il Qizhong
• Massaggiare i reni
• Picchiettare il torace e l'addome x5
• Picchiettare le braccia x5
• Picchiettare dalla nuca al tallone e dal tarso al torace poi scendere ai lati fino ai piedi e
risalire dall'interno fino al torace
• Scrollare il corpo x81

La posizione dell'Origine- Il Principio delle Tre Forze

Le Tre Forze

  • Sentire la Forza della Terra(Di) affondando il peso nei piedi

  • Cercare la Forza del Cielo (Tian) portando l'energia sulla sommità del capo

  • Comprendere la Forza dell'Uomo (Ren) centrandosi nel Dantian

La posizione dell'Origine- dal punto di vista della struttura

Posizione dell'Origine (Wuji) o naturale

come raggiungerla correttamente:

Dal punto di vista della struttura:


  • Portare i piedi a una distanza pari a quella delle spalle o delle anche,equidistanti dalla proiezione dell'asse centrale del corpo e allineati lungo l'asse del secondo dito

  • Distendere la nuca [1]

  • Rilassare le spalle 

  • Vuotare il petto [2] 

  • Riempire la zona dei reni

  • Ruotare leggermente il bacino [3]

  • Lasciar cadere l'osso sacro all'interno del bacino e verso il basso [4]

  • Distribuire il peso del corpo su tutta la pianta del piede



    Note

    [1] come se si portasse un peso sopra la testa 
    [2] senza incurvare la schiena
    [3] in avanti,affinchè non sporga, ma non troppo per evitare la "coda tra le gambe"
    [4] fondamentale per scaricare la forza a terra

29.9.10

CORSI 2010-11

Ecco il dove e il quando dei corsi di quest'anno:


Lunedì e Giovedì 20-21

FANO (PU) c\o SCUOLA DI MUSICAL CAPOGIRO via Galilei 26/d

Martedì 20-21

SENIGALLIA (AN) c\o Centro Fitness e Benessere ENERGICA via Molino Marazzana 26 loc. Cannella
----LEZIONE PROVA GRATUITA IL 12/10-------------


Mercoledì e Venerdì 20-21
PERGOLA (PU) c\o Palestra OLIMPIA via Enrico Fermi 6


vi aspetto!

1.9.10

Il mio lignaggio di Xin Yi Liu He Quan

Dato che anche queste cose sono importanti,
ecco il mio lignaggio di Xin Yi Liu He Quan:






Dimostrazione del M°Yu Hua Long

Vecchio video di una dimostrazione del M° Yu Hua Long, uno degli insegnanti di Xin Yi Liu He Quan del M° George Xu





31.8.10

FotoMaestri

Dopo aver ricevuto diverse richieste, eccovi delle foto che mi ritraggono insieme ad alcuni  Maestri Cinesi con cui ho avuto l'onore di studiare negli ultimi anni.


5.8.10

Onestà

Lungo il cammino di un praticante di arti marziali non mancano certo gli intoppi, i vicoli ciechi o le cantonate,anche colossali,e non è per niente inusuale il volgersi indietro per osservare la strada percorsa e, secondo la propria maturità,farne un bilancio. Direi, anzi, che da sempre il modo di procedere lungo questa strada a stento si discosta dallo schema: è capitato senz'altro a me,ma è capitato anche a tutti i praticanti autentici incontrati per via ,nessuno escluso.
Questo perchè si tratta di una forma d'Arte fatalmente destinata, per sua stessa natura, al confronto con se stessi e con gli altri,e che perderebbe inesorabilmente la propria ragion d'essere,qualora fosse privata della prova sul campo. E allora perchè buona parte dei sedicenti "maestri" nostrani (ma non solo) rifiuta sistematicamente il contatto fisico, anche solo collaborativo ed assolutamente friendly?

26.4.10

Il Tao del Cielo opera in modo misterioso e segreto;
non ha una forma fissa;non segue regole definite;
è così grande che tu non puoi mai arrivare alla fine di esso;
è così profondo che non puoi mai scandagliarlo
                                                                          
                                                                   Huainan Zi

17.4.10

Alterità di comodo

C'è la ferma ed altrettanto diffusa convinzione secondo cui la scelta di dedicarsi in maniera più o meno seria a discipline provenienti dal misterioso Oriente  comporti necessariamente,oltre ad un'adesione in toto (quasi sempre più scimmiottata che realmente vissuta) al contesto nel quale queste si sono sviluppate,anche un rigetto più o meno manifesto dell'Occidente e della sua cultura, non solo religiosa(troppo facile...),ma anche storica e filosofica.
E,purtroppo, si sente ancora ribadire ad ogni piè sospinto il frusto e in realtà inutile ritornello della fantomatica contrapposizione tra l'Est "spirituale"e l'Ovest "materiale"...Contrapposizione che, semmai, andrebbe fatta tra  qualunque cultura che mantenga caratteristiche di tipo"tradizionale" e la società disanimata, globalizzata e sinceramente squallida nella quale ci troviamo a vivere oggigiorno. Ma non è di questo che voglio parlare e, dato che su siffatti argomenti si sono dilungate penne ben più celebri e valide della mia, per ora mi fermo qui.
In realtà,a sconcertarmi più d'ogni altra cosa ,è come non si riesca a ricordare,o non si voglia farlo, che buona parte dei "valori"  etici tramandati dalle discipline dell'Oriente, e con i quali tanti tante volte ci si riempie a sproposito la bocca, non sono affatto dissimili,nella sostanza, da quelli che caratterizzavano le radici della "nostra" cultura occidentale.Anzi.
Il Rispetto,l'Onore, la Lealtà...non sono forse connaturati alla nostra stessa Tradizione? Anche noi abbiamo avuto i nostri cavalieri, i monaci guerrieri o i santi,solo che fa troppo comodo scordarsene, e magari relegarli nel solito passato bigotto e nebuloso, o comunque assai più lontano di quanto non lo siano,anche nello spazio, i loro omologhi orientali.Questo perchè la distanza geografica, più ancora di quella temporale, con tutte le diversità che comporta nella mentalità,nei tratti somatici, nella struttura del linguaggio o nell'esteriorità degli orpelli culturali,permette a tante,troppe persone di trovarsi il comodissimo alibi dell'alterità "culturale", tracciando così un fossato incolmabile tra loro e quelle pratiche sempre più esotiche e,soprtattutto,lontane...

15.4.10

Formalismo

Chi mi conosce sa bene quanto stia sempre attento ad evitare, nelle mie lezioni, tutti i formalismi inutili,gli automatismi verbali o gestuali che spesso vengono confusi con l'autentica etichetta marziale. E sa anche,o  almeno dovrebbe sapere, che ciò non dipende affatto da un'incomprensibile propensione alla sciatteria o a quella detestabilissima ed indiscriminata informalità alla quale siamo condannati dalla volgarità imperante (e che ha condotto alle soglie dell'estinzione le più elementari forme di cortesia),oppure da mancanza di rispetto per gli Antenati, bensì dal mio cronico bisogno di far chiarezza.Come mi è toccato già di ribadire più e più volte, qui sul blog o altrove, la maggior parte delle persone che intraprendono questo od altri cammini lo fa perchè in cerca proprio di quei punti fermi (etici, ideologici,iconici) che sono stati letteralmente atomizzati dal paradigma attuale e dal suo onnipresente e fastidiosamente compiaciuto rictus, e dei quali sentono,magari senza rendersene conto, un disperato bisogno.E proprio in virtù di questo bisogno, tendono pressochè invariabilmente a farsi abbindolare da tutta la serie di gesti, riti e musichette assortite che, il più delle volte,finisce per catalizzare l'attenzione di questi(spesso) ingenui"cercatori",a tutto danno di ciò che realmente conta, ossia l'insegnamento stesso.
Sarò eccessivamente maligno,forse, ma in base alla mia esperienza posso dire che molte volte si tratta proprio di questo:fornire una sorta di cornice suggestiva,esotica e possibilmente nebulosa nella quale inquadrare i neofiti, dar loro un senso di appartenenza e,cosa ancora più importante, farli sentire "un gruppo". Senza scendere in discussioni noiose sulle dinamiche di gruppo (e su come queste possano essere sfruttate),mi preme far notare una semplicissima cosa: che valore de-condizionante può avere un percorso che si limita a sostituire con quattro esotismi di bassa lega la spontanea nascita di un rapporto autentico tra insegnante ed allievi, e tra allievi ed allievi,fondamento imprescindibile per un'autentica trasmissione dell'Arte?

30.3.10

Il Tai Ji Quan è "terapeutico"?

Sicuramente, il motivo più importante alla base della diffusione planetaria del Tai Ji Quan è che lo si è presentato,più o meno in buona fede, come una pratica di natura essenzialmente"terapeutica".Cosa di per sè non del tutto falsa, dato che, almeno da quando si è iniziato a conoscerli e studiarli al di fuori delle cerchie "storiche"in cui erano stati pensati e codificati, i vari stili di Gong Fu (e il Tai Ji Quan in particolare) sono stati praticati anche per  mantenersi in salute e sentirsi meglio,come una sorta di fitness ante litteram. C'è pure una vastissima casistica, comprendente tutta una serie di  studi recenti e rigorosamente controllati in ambito ospedaliero (almeno nella RPC , in Giappone e negli Stati Uniti), in cui viene mostrata l'efficacia del Tai Ji Quan nella prevenzione e, come coadiuvante, nel trattamento di svariati problemi di salute, anche relativamente gravi. In particolar modo, si è visto che comporta notevoli miglioramenti in pazienti con problemi cronici, di tipo respiratorio e\o cardiaco, nelle artriti e, soprattutto, nelle riabilitazioni post traumatiche o post operatorie. Tuttavia, secondo me, questi dati, per quanto possano essere interessanti, sia per corrroborare la comprensione e l'apprezzamento della "razionalità" intrinseca del metodo,sia per il fatto che possano attirare potenziali iscritti non direttamente coinvolti da percorsi marziali piuttosto che spirituali, rischiano di falsare profondamente la percezione corretta del Tai Ji Quan,della sua natura e delle sue finalità . Anzi,credo che continuare a pensarlo in primo luogo sotto questo punto di vista "terapeutico" sia il modo migliore per  perderne di vista non soltanto le potenziali, e pressochè infinite, applicazioni, ma anche e soprattutto,l'essenza.
Confondere una fiera Tradizione Marziale,profondamente inscritta in una precisa cornice metafisica e religiosa, con una sorta di "ginnastica dolce" per anziani,cardiopatici e asmatici non è soltanto avvilente, è ingiusto.
Il Tai Ji Quan si propone, come già ho detto,di rigenerare l'Uomo mediante l'adeguarsi alla Regola Celeste,al Tao,in modo da renderlo Completo.Un Guerriero e un Saggio,per non dire un Santo (almeno nel senso taoista del termine).E lo fa "coltivandone" e perfezionandone (alchemicamente) le componenti fisica, mentale ed energetico\emotiva. Per fare questo, è necessario che tutto l'individuo psico-fisico sia in buona salute, e per questo sono stati studiati metodi propedeutici in grado di "risistemare"o meglio"rieducare" i principianti.Quindi, a ben vedere,il generico ben-essere e il miglioramento di acciacchi e disturbi vari,altro non è che un gradito sottoprodotto:non è, e non potrebbe certo essere, il fine autentico della pratica, per quanto,ribadisco, possa essere un buon modo per avvicinarvisi. Anche perchè,onestamente,si tratta di una disciplina ardua,complessa, che per essere compresa appieno necessita di anni di pratica costante e,cosa che non piace affatto ai soliti cercatori di "spiritualità" esotiche a buon mercato, quotidiana e inflessibile.

23.3.10

Fruibilità

Diverse volte mi è capitato di ribadire, per iscritto o a voce, che il Tai Ji Quan può essere studiato e praticato con profitto anche da coloro che non perseguono scopi apertamente "marziali", e magari si limitano a cercare un buon metodo per far esercizio e sentirsi meglio nel corpo e nello spirito,oppure vogliono migliorare le proprie abilità in altre Arti come la danza,la recitazione etc. Cosa del tutto legittima, tant'è che da sempre questo è stato uno degli aspetti fondamentali della pratica di questo e di altri sistemi,ed è cosa da ribadire e diffondere il più possibile, considerando i benefici che se ne possono ricavare.
Tuttavia,è necessario un chiarimento: bisogna tenere sempre ben presente la vera natura del Tai Ji Quan,quali che siano i campi a cui lo si voglia applicare. Il fatto che il Tai Ji Quan ci insegni il modo più sensato(ed efficace) di muovere il nostro corpo non deve far dimenticare che il suo scopo primario è l'incremento della capacità combattiva, in tutte le sue possibili sfumature di significato...

20.3.10

Quan

Rileggendo dopo diversi anni il libro di Catherine Despeux ("Taijiquan - Arte Marziale, tecnica di lunga vita", edito in Italia dalle edizioni Mediterranee), mi sono imbattuto in un passaggio molto interessante che, ad una prima lettura, mi era passato del tutto inosservato.


Cito testualmente:




"Il termine quan indica soprattutto la forza, il coraggio. Indica in primo luogo la mano, secondo lo Shuowen, primo dizionario etimologico che risale al primo secolo. L'ideogramma quan "pugno" va accostato all'ideogramma omofono quan che significa pesare, valutare, e che era a sua volta l'equivalente di un altro omofono quan, definito dallo Shouwen "la potenza, la posizione del soffio"dando l'idea d'una potenza raccolta e contenuta. [...]La parola quan (pugno) implica dunque l'idea di dominio e di potenza, ma anche quella di misura, di valutazione."




Poi, anche M.me Despeux cita, ma dal Taiji Quan Tushuo di Chen Pinsan (1849-1929) :




"il termine quan (pugno) significa valutare, perchè è con il pugno che si pesa la leggerezza o la pesantezza delle cose. I principi del Taiji Quan hanno senza dubbio le loro radici nel concetto del Taiji, ma il loro uso è inseparabile dai due pugni. Tutto il corpo umano, dall'alto al basso,è un Taiji; tutto il corpo umano, dall'alto al basso,è un quan. Non bisogna dunque vedere nel termine quan unicamente il significato di pugno.".

L'Arte Interna, quindi, implica un vero e proprio processo di acquisizione, di in-corporazione del concetto del Taiji che deve essere come scolpito nella carne, la quale, a sua volta, ne deve uscire trasformata e vivificata. E' necessario, per operare questa Trasformazione, riuscire ad attingere alla natura profonda del Taiji quale immagine archetipica del meccanismo che sta alla base della Realtà,e da questa costantemente rivelato nell'universalità dei fenomeni, vale a dire il principio di polarità.

Detto in altri termini, la natura profonda della Realtà, con le sue leggi e regole che ne garantiscono la sussistenza, quindi il suo essere fondamentalmente Ananke (Necessità)e " non-poter-essere-diversa-da quella-che è", si mostra, nell'uomo come negli altri esseri, anche e soprattutto attraverso il corpo\interfaccia fisica, le cui caratteristiche sono intrinsecamente necessarie in quanto esito del compromesso della materia vivente con l'ambiente e con le stesse leggi che regolano la manifestazione materiale .

Il che vuol dire,infine, che la pratica autentica del Tai Ji Quan (ma il discorso vale, seppur con alcune differenze, anche per le altre Arti Interne) può essere considerata, da un lato, una Manifestazione della Realtà attraverso il Corpo ma anche, allo stesso tempo, la sua Rivelazione entro il corpo del praticante stesso. Il quale, recitando correttamente la propria parte,comprende e testimonia la Natura profonda del Kosmos.

Il "movimento naturale" - parte prima

Che cos'è il “movimento naturale”? La domanda può forse suonare  strana: in natura, tutto ciò che vive si muove,in un modo o nell'altro, esseri umani compresi.Anzi, da sempre l'essere "animato"e quindi vivo coincide in pratica con l'idea del movimento. Tuttavia,anche una rapida occhiata ci rivela che la maggior parte delle persone si muove in maniera abitualmente sgraziata,rigida e con un utilizzo scorretto (ossia esagerato in eccesso o in difetto) della forza. E' come se si fossero perse la grazia spontanea ed armoniosa che troviamo negli altri animali, la loro efficienza che,alla fine, è pura eleganza. E questo, come ben si sa, è per buona parte l'esito infausto di un processo dalle radici molto antiche, che vede l'animale-uomo indebolirsi ed estraniarsi sempre di più dalla Natura grazie all'effetto combinato di una plurisecolare incomprensione e , di conseguenza,repressione della vitalità profonda del corpo e, recentemente, di un assai male interpretato (e vissuto) “progresso” delle condizioni di vita. Questacomporta, tra le altre cose,una sensazione comune ad un sempre maggior numero persone:infatti, quanti di noi si sentono sempre stanchi, deboli o insoddisfatti ? Quanti non riescono mai a sentirsi veramente"bene"loro stesso corpo?
Un corpo che, al massimo, viene vissuto dai più come un qualcosa da “scolpire” giusto per poterlo mostrare agli altri, cercando disperatamente di suscitare desiderio e ammirazione negli altri membri del branco.
Oppure, il corpo viene trattato come uno strumento da sfruttare fino all'esaurimento in attività sportive molto spesso sconsiderate e dannose.
Tutto questo non aiuta di certo le persone a vivere bene, e può diventare causa di tanti piccoli e grandi problemi,che subdolamente si insinuano,inavvertiti fino a che non è ormai tardi, non solo nel fisico o nelle mente,ma anche nello stesso cuore delle persone.
Di come la società contemporanea sia corresponsabile di tutto questo,facendo tesoro e superando ampiamente l'esperienza dei vari sistemi di condizionamento ereditati dal passato, e di quanto vantaggio riesca a trarne, mi riservo di parlarne altrove.
Ora,invece, cercherò di mostrare come i Metodi tradizionali possano aiutare ad invertire questo processo, cercando di rimettere l'Uomo al centro, partendo proprio dal suo corpo.

28.2.10

Cos'è esattamente il Nei Gong?

Nei Gong significa letteralmente "abilità acquisita(gong, come in Gong fu ed in Qi Gong)all'interno (nei)", ed indica precisamente quelle antiche metodiche di allenamento tramite le quali viene sviluppata la percezione delle strutture profonde del corpo e la capacità di utilizzarle al meglio per scopi marziali, terapeutici e\odi evoluzione spirituale.
Questo tipo di lavoro coinvolge non solo la dimensione fisica,"materiale", ma anche le più sfuggenti dimensioni energetica e mentale. Infatti, non si tratta di lavorare, per così dire, col corpo sul corpo, perchè in tal caso si tratterebbe di un normale esercizio ginnico, bensì di utilizzare la propria mente intesa come Yi (intenzione, proposito ma anche ideazione), per agire sulla struttura fisica "restituendola", per così dire, alla consapevolezza e rendendola nuovamente utilizzabile ad un livello ottimale. Ma dato che la mente, di per sè, non è in grado di agire direttamente sul corpo (provate a muovere un piede solo pensando di farlo...), per farlo ha bisogno di un medium adatto, che la Tradizione cinese indica col nome di Qi, il Soffio.
Per questo, il Nei Gong è costituito da varie tipologie di esercizi, volte a favorire una più precisa e specifica percezione delle varie dinamiche che coinvolgono i rapporti tra corpo, mente e soffio, e tendono al ripristino della Totalità del praticante.

19.2.10

Nei Gong Chansi Jin - Sequenza standard

Nei Gong

parte seconda - sviluppo delle Forza a Spirale

Chansi Jin sequenza standard - gli esercizi del bozzolo di seta


  • Rotazione del polso
  • Rotazione dell'avambraccio
  • Ruotare il vassoio dorato
  • Il serpente scivola sul tronco
  • Rotazione della spalla
  • Rotazione del gomito
  •  Nuotare con il Qi Hai
  • Figura 8 orizzontale (infinito)
  • Ruotare le braccia a spirale

Otto cancelli indice

Gli Otto Cancelli - Ba Men rappresentano i modi fondamentali di utilizzo della forza Jin nel Tai Ji Quan.
Ognuno di essi è tradizionalmente associato ad uno degli Otto Trigrammi del Libro dei Mutamenti ( Yi Jing\ I Ching). Sono:

  • Peng   opporsi, parare  - Cielo
  • Lu      ritirarsi, ruotare  - Terra
  • Ji        premere - Acqua
  • An     spingere  - Fuoco
  • Cai     tirare  - Vento
  • Lie      dividere  - Tuono
  • Zhou    colpo di gomito - Lago
  • Kao      colpo di spalla - Monte


Come accennato sopra, non si tratta di tecniche , bensì di modalità d'utilizzo del Jin. In realtà, le varie tecniche presenti nelle forme di Tai Ji Quan altro non sono che applicazioni pratiche di questi Otto Cancelli e le loro possibili combinazioni.

Anche la pratica del Push Hands ( Tui Shou) si basa essenzialmente sulla comprensione degli otto jin e sul loro utilizzo effettivo.

18.2.10

Le Sette Stelle dello XYLHQ

Un'altra importante serie numerale, nel programma dello Xin Yi Liu He Quan, è quella delle Sette Stelle Qi Xing.

Dette anche i Sette Pugni, indicano le parti del corpo con le quali solitamente si attacca l'avversario, vale a dire:

  • La mano
  •  Il gomito
  • La spalla
  • L'anca
  • Il ginocchio
  • Il piede
  • La testa

Tra queste, è da notare il caratteristico uso della testa, reso celebre da tecniche quali Il toro nero infilza le corna  e soprattutto La testa rompe la stele\pietra tombale, uno dei movimenti più tipici dello Xin Yi Liu He Quan.

17.2.10

Sei Armonie - Liu He

Le Sei Armonie o UnificazioniLiu He indicano i rapporti(altro significato di He) corretti che devono essere rispettati tra le varie parti del corpo fisico nonchè di quello"sottile" 

Si dividono in:


Tre Armonie Interne- Nei san He:


Cuore-Mente/Intenzione - xin yu yi he 

Intenzione/Qi - yi yu qi he

Qi/Forza- qi yu li he


Tre Armonie Esterne- Wai San He:


Spalla\Anca  - jian yu kua he

Gomito\Ginocchio - zhou yu xi he

Mano\Piede - Shou yu zu he

16.2.10

Quando insegni, insegna allo stesso tempo a dubitare di ciò che insegni. (Ortega y Gasset) 


La giro a tutti i miei "colleghi" dediti ad un'interpretazione troppo fideistica dell'Arte ricevuta...

I Nove precetti di Musashi Miyamoto

Alla fine del primo libro del Go Rin No Sho (Libro dei Cinque Anelli), Musashi Miyamoto, forse il più formidabile Maestro di spada che la storia ricordi, volle indicare i Nove precetti che devono essere tenuti ben a mente da chiunque voglia intraprendere la Via:

  1. Non coltivare cattivi pensieri
  2. Esercitati con dedizione
  3. Studia tutte le arti
  4. Conosci anche gli altri mestieri
  5. Distingui l'utile dall'inutile
  6. Riconosci il vero dal falso
  7. Percepisci anche quello che non vedi con gli occhi
  8. Non essere trascurato neppure nelle minuzie
  9. Non abbandonarti in attività futili

La lettura di Musashi ha accompagnato la mia Ricerca fin da quando ero poco più di un bambino,e queste ed altre sue parole mi hanno segnato in profondità, determinando molte delle scelte che ho fatto e forse la stessa direzione del mio cammino. Le ho riportate qui perchè mi auguro possano ispirare anche chiunque voglia intraprendere la medesima Via, e magari, perchè no,risvegliare chi già la sta percorrendo e si è distratto. 

Fondatori leggendari e fondatori storici

E' una caratteristica comune a molte culture, quella di cercare di dar lustro alla tradizione delle più svariate pratiche facendone risalire le origini ad uno o più fondatori divini, semidivini o comunque famosi e rispettati. In Grecia, ad esempio, gli apicoltori si rifacevano ad Aristeo,e i lavoratori della terra sostenevano che il primo di loro fosse stato nientemeno che Trittolemo (o Demofoonte)figlio di Demetra,mentre i viticoltori che non volevano rifarsi a Dioniso chiamavano in causa il biblico Noè.
Per quanto riguarda la cultura cinese,segnatamente nel campo delle Arti Marziali, si tratta da sempre di una vera e propria prassi.
Bisogna notare, comunque, che studi storici più o meno rigorosi riguardo le origini dei vari sistemi di Gong Fu sono decisamente recenti, e non se ne trovano di precedenti alla proclamazione della Repubblica, quindi non prima del 1912. Dopo quella data, alcuni veri e propri pionieri, come Tang Hao, decisero di intraprendere lunghi e spesso difficili viaggi alla ricerca di informazioni e praticanti validi di cui riportare la testimonianza, spesso nel luogo di origine dei vari sistemi. E così, a poco a poco, alcune delle genealogie più fantasiose iniziarono a scricchiolare, per quanto vi siano stati( e vi siano ancora) schiere di praticanti pronte a ribadirne la veridicità, anche al di là del buon senso.
E' abbastanza risibile il fatto che, al giorno d'oggi, per sdoganare e dunque vendere la propria Arte, per molti sia ancora necessario riferirla in maniera acritica a quel famoso generale o al monaco o all'Immortale di turno, e spacciare il tutto come "verità storica"(sempre che ne esista una).
In realtà, così facendo si continuano a spacciare frottole o fantasie,e ad alimentare nelle persone tutta una serie di "bisogni" psicologici che andrebbero invece scardinati e smontati pezzo per pezzo.

Xin Yi Liu He Quan - riepilogo concetti base

Xin Yi Liu He Quan - Concetti base

4.2.10

Nei Gong Power Stretching - Sequenza standard

NEI GONG
 
Parte Prima - Sviluppo della Forza Elastica

Power Stretching sequenza standard

Esercizi per il collo

1.Volgere il capo a destra e a sinistra
2. Guardare il Cielo e la Terra
3. Flettere il capo a sinistra e a destra
4. Circonduzione del capo


Esercizi per le spalle

1.Sollevare ed abbassare le spalle
2.Aprire e chiudere le spalle
3.Ruotare le spalle
4.Scrollare le spalle
5.Ruotare l'arco delle braccia

Esercizi per  l'arco dorsale

1.Avvolgersi ed estendere la colonna
2.Estendersi ed avvolgere la colonna


Esercizi per  vita e  fianchi

1.Sostenere il Cielo e sedersi sulla Terra
2.Sostenere il Cielo e la Terra e flettersi a dx e sx
3.Sostenere il Cielo e la Terra ed avvolgersi a dx e sx
4.Guardare la Luna attraverso lo specchio
5.Sostenere il Cielo avvolgendosi
6.Ruotare la giara
7.Ruotare il timone
8.Piantare e sradicare l'albero


Esercizi per le anche

1.Estendersi nelle Sei Direzioni
2.Aprire le anche
3.Il drago si avvolge e guarda la coda
4.Esercizi del bufalo

1.2.10

Il "rilassamento"

Che cos'è il “rilassamento”? La maggior parte delle persone pensa che sia uno stato di abbandono del corpo e della mente, durante il quale i problemi di ogni giorno, lo stress, i cattivi pensieri sono momentaneamente tenuti fuori dalla soglia di consapevolezza.  Detta con altre parole, è come se fosse una specie di “spegnimento” della persona, che diventa per un po' impermeabile alle cose che di solito la assillano. Per ottenere questo, molte persone si dedicano ad attività ricreative, come la lettura, il giardinaggio o le passeggiate, mentre altre,spesso proprio quelle che avvertono con maggiore urgenza il bisogno di “rilassarsi”, si rivolgono a pratiche orientali come lo Yoga, la Meditazione oppure il Qi Gong ed il Tai Ji Quan. E, purtroppo, molto spesso i benefici da loro ottenuti sono assai modesti, tutt'al più paragonabili a quelli che possono derivare da una bella passeggiata in montagna.
Questo perchè,in realtà, il vero “rilassamento”, quello di cui parlano le discipline orientali è un'altra cosa. Lo si potrebbe definire come uno stato di calma vigilanza psichica e fisica, per mezzo del quale è possibile osservare con distacco proprio quei problemi di tutti i giorni da cui si pensa di fuggire per un po' “rilassandosi”, ma che saltano fuori inesorabilmente ogni volta che si finisce di “rilassarsi”. Il che vuol dire che si pongono esattamente dal punto di vista opposto rispetto alla comune concezione del “rilassamento”...
Questo significa che le discipline orientali come il Qi Gong o lo Yoga non possono aiutare chi sente il bisogno di “rilassarsi”?Niente affatto, si tratta, però, di intendersi bene, perchè i mezzi ed il fine non devono essere confusi! Per quanto riguarda il Tai Ji Quan, ad esempio, decidere di praticarlo per “rilassarsi” non è propriamente un errore, semmai un controsenso: è vero che il Tai Ji Quan ha un suo effetto “rilassante” sul praticante, ma è anche vero che se non si è rilassati non si può praticare Tai Ji Quan...Il “rilassamento” che, nel Tai Ji Quan dove si chiama Fangsong, è considerato un pre-requisito  (e non un prodotto), e viene raggiunto tramite alcune pratiche preliminari di Qi Gong dette Fangsong Gong (lavoro sul rilassamento).  Queste pratiche consistono in primo luogo nella presa di coscienza della respirazione e del tono muscolare, sempre seguendo il principio secondo cui il lavoro sul corpo sta alla base di tutto il resto. Sulla base dei benefici raggiunti grazie a questa fase preliminare, il principiante si trova di fronte a due possibilità: o limitarsi all'oretta di “rilassamento” una o più volte la settimana, oppure salire di un livello ed iniziare la pratica vera e propria del Tai Ji Quan, che si basa sull'impegno e sulla trasformazione attraverso (tra le altre cose) il “rilassamento” e non per il “rilassamento”. Credo che queste considerazioni possano essere applicate anche ad altre discipline, in particolar modo lo Yoga,che a causa della sua maggior diffusione risente ancor più del Tai Ji quan di questi ed altri fraintendimenti.  E credo anche che fare un po' di chiarezza e soprattutto il separare bene le fasi della pratica possa portare enormi vantaggi sia all'innalzamento del livello medio di chi si dedica a questo tipo di discipline sia a quelli che cercano solo di “rilassarsi”, i quali si troverebbero ad avere in mano strumenti molto più specifici ed efficaci.