11.9.16

Una pubblicità sincera...



Quest'anno ho deciso di optare per una pubblicità un po' più sincera...



A.A.A. Allievi cercasi

Insegnante professionista di Arti Marziali, con solido curriculum e pratica quasi trentennale alle spalle, cerca allievi stufi di farsi prendere per i fondelli e disposti a studiare e lavorare duramente (dando e ricevendo pure una buona dose di mazzate)  senza sdilinquimenti pseudo spirituali di sorta. Si richiede capacità di pensiero autonomo.
Astenersi perditempo, imbecilli e gente in cerca di santoni.




3.9.16

Biosalus Festival 2016









Dopo un lungo silenzio, riemergo dalla naftalina, e confermo con piacere la mia partecipazione alla decima edizione del BIOSALUS FESTIVAL che si svolgerà a Urbino sabato 1 e domenica 2 Ottobre.

Per chi fosse interessato, sabato 1 dalle ore 17 alle 18, presso il cortile del Collegio Raffaello, terrò una lezione dimostrativa di NEI GONG .

La lezione è gratuita e aperta a tutti.

Vi aspetto!



17.2.16

Sullo stato odierno dell'arte

Ci son momenti in cui si è come sull'orlo, stremati dal tentativo di non cadere.

E tanto, troppo, forse tutto sembra ottuso ed incolore, se mancano forza e voce.

Tecniche e metodi paiono balocchi insulsi, e verrebbe quasi da calciarli via con stizza, se affetto e riconoscenza non presentassero ingordamente il conto.

Soffia intanto  un vento feroce, ma un ammassarsi di nubi gravide  bisbiglia che qualcosa sta per accadere...

12.2.16

"Costantemente mantenersi presenti dentro la propria pelle, esercitarsi, avere una condotta particolare, disprezzare il facile comodo, disprezzare l’inutile lusso, essere uomini raffinati, ma essere uomini fermi. Mantenere la fedeltà della parola. E nel fisico esercitarci a combattere.
Cioè fondate, fatevi una cultura solida, che non sia una cultura puramente, così, trasmessa, una cultura solida. Una cultura che vi permette di essere dei capi. Se ci sono dieci uomini e uno di voi sta in mezzo, egli è il capo. E allo stesso tempo forgiatevi il vostro corpo. Pensate a magnis itineribus, i militi romani che raggiunsero in dodici giorni il lago di Ginevra. Marciando. Ricordate che i Romani portavano sessanta chili sulla schiena."
— Pio Filippani Ronconi

29.1.16

Partecipare ad una classe di Taijiquan vuol dire fare una pratica "spirituale"?

Partecipare ad una classe di Taijiquan vuol dire fare una pratica "spirituale"?

A qualcuno non piacerà, eppure la risposta è NO.

E questo, in primo luogo, è perché , nonostante ne siano possibili e auspicabili delle letture in tal senso, il Taijiquan NON è una pratica "spirituale".

E' un'arte marziale.

Non è Qigong o meditazione, e farlo passare per tale, seppur in buona fede, è una frode,

Detto questo, va ricordato che la formula della classe, specie se numerosa, porta alla creazione di alcune tipiche dinamiche di gruppo, come l'abbassamento del livello di presenza individuale e l'armonizzazione al ribasso di quello energetico, entrambi fattori decisamente poco compatibili con una pratica che si voglia realmente "spirituale".


Eppure, per tantissimi praticanti, tra cui chi scrive, il Taijiquan viene percepito e vissuto ANCHE
in una dimensione "spirituale", specialmente quando si voglia affrontarlo seriamente e senza sconti.

Ma questo non può avvenire se non attraverso lunghe e possibilmente estenuanti sessioni di pratica individuale: fuori dal gruppo, soli con quel che si è riusciti ad apprendere, siamo costretti a scavare in profondità e senza la possibilità di nascondersi dietro gli altri o di seguirne la scia emotiva.

E questo è l'inizio di ogni pratica veramente "spirituale"...

4.1.16

Batti e ribatti

C'è una certa rude fierezza nel percorrere ogni giorno chilometri avanti e indietro, ripetendo fino alla nausea lo stesso movimento, nell'indurire gradualmente il corpo sbattendolo contro alberi e muri finchè non diviene quasi insensibile... mentre dentro, invece, un altro mondo a poco a poco si schiude, e figure, atteggiamenti, intenzioni, tutto sfuma e si salda coi moti più profondi del cuore.

La pratica dello xinyiquan è questo, un lavoro indubbiamente duro ma allo stesso tempo fine, che richiama il battere e ribattere dell'antico Fabbro-Sciamano...




1.1.16

Propositi e rotture

L'inizio di un nuovo anno, anziché momento di lieta riflessione sul rinnovarsi ciclico del Tempo, si ritrova ad essere anche quello dello sbandieramento dei buoni propositi o delle più o meno vaghe speranze di veder replicare per l'ennesima volta il già visto, e il già vissuto.
Infatti, aldilà del legittimo desiderio di lasciarsi alle spalle le inevitabili sofferenze, brutture o semplicemente le mancate occasioni vissute nel corso dell'anno appena trascorso, mi sembra che pressoché ovunque si celi, spesso debitamente camuffato, l'anelito al ritorno dell'uguale.
O, meglio, di un certo tipo di uguale, ossia quello dei fantomatici "punti di riferimento" veri o presunti che siano, e che si situano invariabilmente ad un livello piuttosto banale e contingente.
E' assai raro, invece, avvertire un autentico desiderio di uscita dal meccanismo farlocco in cui ci si ritrova ingarbugliati, di rompere il cerchio delle varie illusioni e bisogni indotti, ai quali letteralmente ci si ammanetta, quasi si fosse nell'attesa proprio dello spasimo del dibattersi, del malato gioire dell'essere a catena.
E chi rifiuta il gioco,invece,  per lo più fugge: spesso molte tra le persone migliori finiscono per proiettare in un "altrove" fatto di "energie" e favolose esplorazioni di piani "altri" la forza che dovrebbero invece custodire in vista di un'autentica rottura di livello.
Non è possibile limitarsi a gironzolare per i piani sottili nella pausa pranzo o nei sabati mattina strappati allo shopping per avviare il tanto agognato processo del "cambiamento"...
E' necessario, invece, fare delle scelte. Scelte difficili, faticose e spesso dolorose, ma non è più possibile rimandare, perché le nubi all'orizzonte son sempre più fosche, e il tempo stringe.