10.8.13

Quanto può essere dura la morbidezza

Si è portati a pensare che il lavoro interno, data la sua enfasi sulla morbidezza e sul rilassamento fisico e mentale, sia una pratica in qualche modo "dolce", e che il suo essere a volte " difficile" per ragioni tecniche finisca per stemperarsi sempre in questa dolcezza.
In realtà, poche cose sanno essere dure ed aspre come la pratica interna, e questo non certo per le dette difficoltà , a volte anche notevoli, di tipo tecnico o teorico. La vera difficoltà, la vera durezza stanno nel suo essere costantemente un pugno nello stomaco, pugno che continua ad andare a segno sempre e comunque, ad ogni singolo allenamento.  E questo perché il problema siamo noi, che non riusciamo a"mollare la presa", e a lasciarci dunque fluire come sarebbe naturale fare. Siamo sempre ossessionati dalla forma corporea (xing), sia che sia nel senso della consapevolezza delle nostre più o meno compensate mancanze strutturali, sia nella percezione della perenne imprecisione dei nostri gesti. Non riusciamo proprio a dimenticarci (zuo) e a non-fare (
wuwei), e questo genera, anche inconsciamente, una sensazione di fastidio, e quindi agitazione e confusione. Il vero nemico,come sempre, siamo noi stessi, e soprattutto il terrore di sentir mancare in qualche modo la nostra integrità, di toglierci la maschera (persona) che ci individua. Eppure, il carattere che indica il Dao mostra proprio una testa scarmigliata che danza: forse è tutto li', ma  quanto sa essere pesante quel primo passo!

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