26.4.10

Il Tao del Cielo opera in modo misterioso e segreto;
non ha una forma fissa;non segue regole definite;
è così grande che tu non puoi mai arrivare alla fine di esso;
è così profondo che non puoi mai scandagliarlo
                                                                          
                                                                   Huainan Zi

17.4.10

Alterità di comodo

C'è la ferma ed altrettanto diffusa convinzione secondo cui la scelta di dedicarsi in maniera più o meno seria a discipline provenienti dal misterioso Oriente  comporti necessariamente,oltre ad un'adesione in toto (quasi sempre più scimmiottata che realmente vissuta) al contesto nel quale queste si sono sviluppate,anche un rigetto più o meno manifesto dell'Occidente e della sua cultura, non solo religiosa(troppo facile...),ma anche storica e filosofica.
E,purtroppo, si sente ancora ribadire ad ogni piè sospinto il frusto e in realtà inutile ritornello della fantomatica contrapposizione tra l'Est "spirituale"e l'Ovest "materiale"...Contrapposizione che, semmai, andrebbe fatta tra  qualunque cultura che mantenga caratteristiche di tipo"tradizionale" e la società disanimata, globalizzata e sinceramente squallida nella quale ci troviamo a vivere oggigiorno. Ma non è di questo che voglio parlare e, dato che su siffatti argomenti si sono dilungate penne ben più celebri e valide della mia, per ora mi fermo qui.
In realtà,a sconcertarmi più d'ogni altra cosa ,è come non si riesca a ricordare,o non si voglia farlo, che buona parte dei "valori"  etici tramandati dalle discipline dell'Oriente, e con i quali tanti tante volte ci si riempie a sproposito la bocca, non sono affatto dissimili,nella sostanza, da quelli che caratterizzavano le radici della "nostra" cultura occidentale.Anzi.
Il Rispetto,l'Onore, la Lealtà...non sono forse connaturati alla nostra stessa Tradizione? Anche noi abbiamo avuto i nostri cavalieri, i monaci guerrieri o i santi,solo che fa troppo comodo scordarsene, e magari relegarli nel solito passato bigotto e nebuloso, o comunque assai più lontano di quanto non lo siano,anche nello spazio, i loro omologhi orientali.Questo perchè la distanza geografica, più ancora di quella temporale, con tutte le diversità che comporta nella mentalità,nei tratti somatici, nella struttura del linguaggio o nell'esteriorità degli orpelli culturali,permette a tante,troppe persone di trovarsi il comodissimo alibi dell'alterità "culturale", tracciando così un fossato incolmabile tra loro e quelle pratiche sempre più esotiche e,soprtattutto,lontane...

15.4.10

Formalismo

Chi mi conosce sa bene quanto stia sempre attento ad evitare, nelle mie lezioni, tutti i formalismi inutili,gli automatismi verbali o gestuali che spesso vengono confusi con l'autentica etichetta marziale. E sa anche,o  almeno dovrebbe sapere, che ciò non dipende affatto da un'incomprensibile propensione alla sciatteria o a quella detestabilissima ed indiscriminata informalità alla quale siamo condannati dalla volgarità imperante (e che ha condotto alle soglie dell'estinzione le più elementari forme di cortesia),oppure da mancanza di rispetto per gli Antenati, bensì dal mio cronico bisogno di far chiarezza.Come mi è toccato già di ribadire più e più volte, qui sul blog o altrove, la maggior parte delle persone che intraprendono questo od altri cammini lo fa perchè in cerca proprio di quei punti fermi (etici, ideologici,iconici) che sono stati letteralmente atomizzati dal paradigma attuale e dal suo onnipresente e fastidiosamente compiaciuto rictus, e dei quali sentono,magari senza rendersene conto, un disperato bisogno.E proprio in virtù di questo bisogno, tendono pressochè invariabilmente a farsi abbindolare da tutta la serie di gesti, riti e musichette assortite che, il più delle volte,finisce per catalizzare l'attenzione di questi(spesso) ingenui"cercatori",a tutto danno di ciò che realmente conta, ossia l'insegnamento stesso.
Sarò eccessivamente maligno,forse, ma in base alla mia esperienza posso dire che molte volte si tratta proprio di questo:fornire una sorta di cornice suggestiva,esotica e possibilmente nebulosa nella quale inquadrare i neofiti, dar loro un senso di appartenenza e,cosa ancora più importante, farli sentire "un gruppo". Senza scendere in discussioni noiose sulle dinamiche di gruppo (e su come queste possano essere sfruttate),mi preme far notare una semplicissima cosa: che valore de-condizionante può avere un percorso che si limita a sostituire con quattro esotismi di bassa lega la spontanea nascita di un rapporto autentico tra insegnante ed allievi, e tra allievi ed allievi,fondamento imprescindibile per un'autentica trasmissione dell'Arte?