15.4.10

Formalismo

Chi mi conosce sa bene quanto stia sempre attento ad evitare, nelle mie lezioni, tutti i formalismi inutili,gli automatismi verbali o gestuali che spesso vengono confusi con l'autentica etichetta marziale. E sa anche,o  almeno dovrebbe sapere, che ciò non dipende affatto da un'incomprensibile propensione alla sciatteria o a quella detestabilissima ed indiscriminata informalità alla quale siamo condannati dalla volgarità imperante (e che ha condotto alle soglie dell'estinzione le più elementari forme di cortesia),oppure da mancanza di rispetto per gli Antenati, bensì dal mio cronico bisogno di far chiarezza.Come mi è toccato già di ribadire più e più volte, qui sul blog o altrove, la maggior parte delle persone che intraprendono questo od altri cammini lo fa perchè in cerca proprio di quei punti fermi (etici, ideologici,iconici) che sono stati letteralmente atomizzati dal paradigma attuale e dal suo onnipresente e fastidiosamente compiaciuto rictus, e dei quali sentono,magari senza rendersene conto, un disperato bisogno.E proprio in virtù di questo bisogno, tendono pressochè invariabilmente a farsi abbindolare da tutta la serie di gesti, riti e musichette assortite che, il più delle volte,finisce per catalizzare l'attenzione di questi(spesso) ingenui"cercatori",a tutto danno di ciò che realmente conta, ossia l'insegnamento stesso.
Sarò eccessivamente maligno,forse, ma in base alla mia esperienza posso dire che molte volte si tratta proprio di questo:fornire una sorta di cornice suggestiva,esotica e possibilmente nebulosa nella quale inquadrare i neofiti, dar loro un senso di appartenenza e,cosa ancora più importante, farli sentire "un gruppo". Senza scendere in discussioni noiose sulle dinamiche di gruppo (e su come queste possano essere sfruttate),mi preme far notare una semplicissima cosa: che valore de-condizionante può avere un percorso che si limita a sostituire con quattro esotismi di bassa lega la spontanea nascita di un rapporto autentico tra insegnante ed allievi, e tra allievi ed allievi,fondamento imprescindibile per un'autentica trasmissione dell'Arte?

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