Nonostante la sua ormai planetaria diffusione, il Tai Ji Quan (Tai Chi Chuan) è ancora visto dai più come una "semplice" ginnastica psicofisica, buona per ridurre lo stress e fare un po'di moto non faticoso ma ancora sufficientemente esotico da risultare un valido argomento di discussione durante la pausa caffè.
Il peso maggiore di questo fraintendimento, però, non ricade certo su chi insegna e diffonde il TJQ, visto e considerato che tra i maggiori responsabili della situazione ci sono proprio quei "maestri" che pur di sdoganarlo agli occhi del grande pubblico (ed infilarlo nel marasma new-age se non addirittura nel magico e lucrativo mondo del fitness) sono arrivati anche a negarne il rapporto con le Arti Marziali, magari limitandosi a relegarlo in un ben nebuloso passato.
O,peggio ancora, ci sono quelli che,magari praticando altri stili di Gongfu, hanno aggiunto il TJQ al loro pacchetto didattico come disciplina "morbida", specialmente consigliata alle donne o agli anziani...Mi chiedo se questi signori abbiano mai incontrato un autentico Maestro di TJQ, e,soprattutto, se ci abbiano mai studiato...
Polemiche a parte, a rimetterci sono invece gli allievi, ai quali viene spesso negata la possibilità di comprendere il TJQ, ridotto ad una pratica sterile e demotivante, di cui ci si finisce per stancare presto, oppure si sfuma nel misticheggiante, perdendo completamente di vista il valore eminentemente pratico della disciplina stessa.
Il TJQ è essenzialmente un'Arte, vale a dire un insieme di abilità ottenute attraverso l'applicazione e l'esercizio (in cinese si dice Gong Fu), ed è anche Marziale, ossia rientra in una particolarissima sfera dell'umano,sia in senso pratico che ideologico e psicologico.
Ed è dedicata già nel nome ad uno dei concetti più importanti del pensiero cinese (ma che si ritrova anche in altri contesti), il Tai Ji.
E qui, la discussione potrebbe dilatarsi a dismisura...
continua
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