21.8.13

L'importanza didattica di Yubeishi - parte prima

Yubeishi (posizione di partenza ), può essere giustamente considerata come il "movimento numero zero" delle forme di Taijiquan dello stile Chen. 
Questa figura, infatti, non è presente nelle versioni più antiche, ma è stata introdotta in seguito, probabilmente per allinearsi ai successivi e senz'altro più popolari stili derivati, dove è praticamente sempre presente e nota come Qishi.
Per questo motivo, non tutti gli insegnanti maggiormente legati alla tradizione l'hanno adottata, e da qui la sua assenza in diverse versioni della forma. 
Aldilà di una scelta del tutto legittima come questa, va però sottolineata l' utilità didattica di questa figura, attraverso la quale è possibile introdurre in maniera particolarmente evidente alcuni concetti altrimenti nascosti nei più complessi movimenti seguenti. 
In particolare, permette di illustrare fin dalle primissime lezioni i primi quattro jin da cui sono costituiti i cosiddetti Bamen (Otto Cancelli), ovvero Peng (Contrapporsi\ Parare\Espandersi ) , Lu (cedere), Ji (Premere) e An (Spingere). 
Questo si rende maggiormente evidente qualora si pratichi il movimento nella maniera corretta, ossia in quattro "battute" anzichè nella più diffusa che ne comprende solo due, sia per ragioni energetico\propriocettive, sia, e soprattutto, per quelle applicative. Infatti, lavorando adeguatamente la figura, è possibile isolare, per poi come sempre coordinare nuovamente, i suoi vari "momenti" e trasformarli in una vasta serie di test per i vari jin nonché in alcune delle applicazioni in cui si possono manifestare.
Ad esempio, la primissima fase del movimento, quella che vede le braccia alzarsi mentre il corpo si espande, corrisponde a peng, e a detta di molti, tra cui il M° Xu, è estremamente difficile da padroneggiare. Tanto difficile che viene usata per testare il livello complessivo di un praticante: riuscire a sollevare correttamente le braccia sradicando nel contempo (e senza sforzo) chi cerca di impedirtelo tenendoti per i polsi è il minimo che si possa chiedere a un serio praticante di Taijiquan. Inoltre, permette di iniziare ad utilizzare il movimento ascendente come metodo per deflettere un attacco creando allo stesso tempo aperture utili (in particolare al fianco e all'ascella) ,  e/o come colpo di polso o di nocche possibilmente al mento ma anche al bersaglio avanzato qualora richiesto dalle circostanze.
La fase ji(premere) si ha invece nel momento in cui il movimento ascendente muta, trasformandosi in una pressione in avanti, facilmente interpretabile come un colpo di dita e, a seguire, di palmo, oppure come azione volta semplicemente a proiettare in avanti l'avversario già sradicato dal movimento precedente.
L'interpretazione della fase successiva, quella corrispondente a lu (cedere, ritirarsi),è all'apparenza meno intuitiva, forse a causa dei fraintendimenti che accompagnano di solito lo studio di questo jin.
Infatti, il movimento di discesa delle braccia può indubbiamente esser letto come un accompagnare e ,di conseguenza , scaricare verso il basso l'attacco avversario, ma ,volendo osservare attentamente le possibilità applicative, ci si rende conto di come possa nascondere una molto più incisiva azione   volta a strappare, secondo  una strategia del tutto simile a quella nota come Ying Zhao (artiglio d'Aquila) nello Xinyiliuhequan.
Logica conseguenza di questo movimento discendente, lo spingere an permette di unirvi un "aiutino" con cui neutralizzare definitivamente l'avversario. Anche in questo caso, la corrispondenza tra il movimento e il   Jin che dovrebbe manifestare non è particolarmente evidente, ma per una ragione differente: non tende a dimostarlo tanto da un punto di vista tecnico quanto da uno prettamente "interno", e permette di coglierne con precisione le dinamiche interne. Infatti, la dinamica caratteristica di an è quella di spingere l'avversario utilizzando la "morbidezza" dell'arco centrale combinandola con la "durezza" di quello superiore e di quello inferiore (non a caso, il Trigramma corrispondente, li, mostra appunto una linea Yin tra due Yang), ed è esattamente quel che accade nell'ultima fase di Yubeishi. 
Ma Yubeishi non è soltanto questo,è anche un buon metodo per rendere familiare all'allievo la sensazione di integrità del proprio corpo, alla quale seguirà, una volta ottenuta una sufficiente sicurezza nel gesto e il conseguente rilassamento, una prima e molto intuitiva percezione del Qi . 
Nel prossimo articolo vedremo alcuni suggerimenti didattici per utilizzare al meglio questa figura.

Continua....



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