4.10.19

Animali strategici e tattici - cenni generali

Hu Xing
Nella pratica dello Xin Yi Liu He Quan, è d'uso comune dividere le figure dei 10 animali in animali "piccoli" e animali "grandi".

E non è difficile accorgersi di come questa distinzione, che non si riferisce affatto alle reali dimensioni dei vari animali (altrimenti sarebbe difficile capire come mai un cavallo possa esser definito piccolo e il gallo invece grande), sia in realtà del tutto sovrapponibile a quella che è possibile tracciare tra principi strategici e soluzioni tattiche.

Gli animali "grandi", ossia il Drago, la Tigre, l'Aquila, l'Orso e il Gallo costituiscono ben cinque dei cosiddetti "Sei Poteri" dello XYLHQ, e si riferiscono in prima istanza a particolari principi biomeccanici e posturali.  

In un certo senso, quindi, rappresentano una sorta di momento di "pianificazione strategica" dello stile, in cui ci si concentra sulla costruzione di un determinato tipo di corpo e del jin conseguente attraverso l'assunzione di atteggiamenti e schemi motori inveranti i principi di base ovvero:

torsione (drago), 

flesso estensione (tigre)

leggerezza\espansione (aquila) 

pesantezza\contrazione (orso)

equilibrio\rapporto col terreno (gallo) .

Per dirla in cinese, quindi, costituiscono lo shenfa (metodi del corpo) dello stile

Gli animali "piccoli", dal canto loro, indicano delle soluzioni di natura essenzialmente tattica,  e si riferiscono in primo luogo agli spostamenti e quindi:

la rapidità di manovra (falco), 

la capacità di variare repentinamente di livello (rondine) , 

i movimenti sinuosi e adesivi (serpente),

l'avanzare travolgente ( cavallo)

l'agilità imprevedibile (scimmia)


In altre parole, rappresentano i possibili modi di utilizzo (yungfa) delle qualità apprese e costruite attraverso la pratica degli animali "grandi" e le completano allo stesso modo in cui trama e ordito concorrono alla formazione di un tessuto.

E non sono separabili, a meno di non compromettere la comprensione e la fruibilità dello stile: se vuol vincere, ogni buon generale deve assolutamente eccellere sia nella pianificazione strategica che  precede (e segue) la battaglia, sia nella capacità di applicare soluzioni tattiche in base a quanto richiesto di volta in volta dalla situazione contingente.



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