12.10.19

Non amo molto l'uso bolso e didascalico delle immagini, che finisce per ridicolizzare la realtà irrigidendola in tautologia, ottenendo al massimo di rallentarne per un poco l'inesorabile discesa nell'oblio.

E questo è particolarmente vero per quanto riguarda la pratica interna, che per la natura irripetibile  del suo "momento" (kairòs) , non può essere "fissata" se non al prezzo di gravi mutilazioni nella forma e nella sostanza.

Purtroppo, però, vivendo nostro malgrado in una società incentrata in maniera pressoché esclusiva sull'immagine, a volte ci si trova costretti a scendere a compromessi, foss'anche solo per semplice e prosaica "necessità professionale"e bisogna quindi provare a "fissare" in qualche modo ciò che non potrebbe essere "fissato"...

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