21.1.14

L'importanza didattica di Yubeishi - parte seconda



Per favorire la presa di coscienza dell'integrità corporea mediante la pratica di Yubeishi, e' consigliabile far sperimentare varie modalità di esecuzione, sia a solo sia in coppia.

Vediamone alcune.


In primo luogo, praticare sotto forma di posture statiche (zhan zhuang) le quattro fasi (peng,lu,ji,an) che compongono Yubeishi permette di rafforzare e approfondire la percezione dei corretti allineamenti strutturali e, di conseguenza, di quella sensazione di rotondità elastica che dovrà poi esser mantenuta durante l'esecuzione delle forme.

En passant, va notato come, ad un livello più avanzato, tutto ciò possa essere estremamente utile anche per iniziare a lavorare sulle connessioni più "sottili" sottese al movimento e legate alla sfera energetico\mentale (yi\qi). Ma prima, è sempre il caso di ribadirlo, bisogna che ad essere pienamente comprese siano le connessioni strutturali, pena la fin troppo diffusa deriva nei reami della fantasia, tristemente osservabile nella grande maggioranza dei praticanti di Tai Ji Quan.

Tornando al livello dei principianti, le posture statiche possono ovviamente essere praticate anche con l'ausilio di un compagno, il cui compito consisterà nell'esercitare vari tipi di sollecitazioni in modo da verificare le qualità (radicamento, risposta elastica etc) delle posture stesse.




Sul versante "dinamico",invece, ritengo assai valido il far ripetere, lentamente, senza soluzione di continuità e con il massimo rilassamento, il movimento completo per almeno cinque minuti. Di tanto in tanto, poi, esercitarsi anche ad occhi chiusi, può aiutare i neofiti ad evitare le suggestioni esterne e a concentrarsi sulle proprie sensazioni interiori. Ma a mio avviso la pratica ad occhi chiusi andrebbe centellinata, in quanto potrebbe portare ad una percezione troppo solipsistica e introvertita del movimento nonché a sviluppare un'abitudine difficilmente compatibile con una pratica sensata del Tai Ji Quan quale arte marziale.


Ad ogni modo, allenarsi alla ripetizione continua e ininterrotta permette di sviluppare a poco a poco la qualità detta lian huan ("tutto-unito"),ossia la capacità di muoversi "sfumando" le tecniche l'una nell'altra anziché limitandosi ad eseguirle separatamente, per quanto in sequenza.


Questo è un punto particolarmente importante,per il Tai Ji Quan: un movimento incapace di "fluire", o meglio ancora di mutare a seconda della situazione semplicemente NON è Tai Ji Quan.


Per questo, ritengo fondamentale introdurre fin dalle primissime lezioni lo studio di questo tipo di continuità, e un movimento apparentemente semplice e non impegnativo come Yubeishi può essere molto utile, anche e soprattutto in quanto non immediatamente riferibile alla circolarità delle figure successive. Circolarità che, come si sa, "aiuta", ovvero permette di sentire subito la continuità, ma, allo stesso tempo, tende anche a fuorviare, facendo spesso invischiare il principiante in un movimento sì continuo ma quasi sempre periferico e quindi non corretto. Anche in questo caso, Yubeishi torna utile, e può diventare un ottimo complemento alla fondamentale pratica del Chansi Gong, ovvero la metodica principe per lo sviluppo della continuità corretta e componente imprescindibile dell'addestramento nel Tai Ji Quan. In particolare, l'assenza di rotazioni a livello delle anche o della vita permette al principiante di concentrarsi senza troppi grattacapi sulla dimensione alto/basso del movimento, e quindi sul rapporto tra i piedi e il suolo ("la forza parte dai piedi.." Come appunto si dice nella teoria del Chansi Gong).

continua...

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